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Il luogo dell'immagine

“Quando vedi la Basilicata vedi campi vigneti, bellissimi paesaggi. Vedi la terra come doveva essere.”
Francis Ford Coppola

La Basilicata è stata fotografata da scrittori, fotografi e registi di tutto il mondo. Negli anni 30, cominciò Giovannino Guareschi a ritrarre in immagini la sua vita militare lucana tra Potenza e Melfi. Nei primi anni cinquanta arrivò Henri Cartier-Bresson che ritornò in Basilicata nel 72 per lasciarci attraverso gli scatti le trasformazioni di un ventennio di storia lucana. Con lui vanno ricordati anche i fotografi David Seymour e Joseph Koudelka. Ma negli anni cinquanta al seguito di Ernesto De Martino a documentare coi loro scatti l’inchiesta etnografica in Lucania arrivarono anche l’emiliano Arturo Zavattini, e poi, il sardo Franco Pinna. Per De Martino lavorò anche il fotografo francese Andrè Martin che illustrò, insieme ad Ando Gilardi e Franco Pinna, Sud e magia, pubblicato nel 1959. A questi si aggiunsero più tardi i documentaristi Lino Del Frà [1960] e Folco Quilici [1967] che ripresero il paesaggio lucano mettendone in risalto anche gli aspetti naturalistici.
Nel dicembre del 1959 visita la Basilicata il regista Luchino Visconti. Lo accompagna, anche il fotografo di scena Paul Roland cui si attribuisce la documentazione fotografica di quel pellegrinaggio in terra lucana al quale, per la verità, dette il suo contributo anche il fotografo Giuseppe Rotunno. Nel 1962, approda in Basilicata il bergamasco Rinaldo Della Vite che realizza Basilicata 1962 che si traduce in una mostra accanto a quella di H.Cartier-Bresson nel Museo Provinciale di Potenza. Non molto tempo dopo, sul finire degli anni sessanta, chiamato dal sociologo Aldo Musacchio, impegnato a dar vita ad una nuova esperienza di programmazione territoriale dello sviluppo, arriva in Basilicata Mario Cresci. Il fotografo genovese si inserisce nel gruppo di progettazione “Il Politecnico”, che in quel momento lavora alla redazione del Piano Regolatore Generale di Tricarico. Ne esce “Quaderno del Piano”. Cresci continuò questo lavoro nella redazione della Variante al Piano Regolatore di Matera e di seguito nella stesura del Progetto di Piano Regionale di Sviluppo. Sempre in questa scia si colloca il lavoro del fotografo materano Augusto Viggiano che pubblica, con la prefazione di Aldo Musacchio, il volume La cultura e gli oggetti cui seguirà I sentieri del sacro, aspetti della cultura popolare in Basilicata con un testo dell’antropologo Enzo Spera. Le due opere documentano, in un rigoroso bianco e nero, aspetti e caratteri della cultura lucana inquadrando il paesaggio come cornice esistenziale della condizione sociale di un popolo. Cresci, intanto, pubblica L’archivio della memoria con la presentazione di Goffredo Fofi in cui la fotografia diventa specchio della storia e testimonianza della realtà. Poi il terremoto del novembre del 1980 squassa la regione con il suo carico di distruzione e di morte. E Mario Cresci è li a documentarne le ferite con le immagini della Terra inquieta. A ridosso di quella tragedia una moltitudine di fotografi visita la Basilicata cercando di rilevarne il positivo, il bello, in una parola il fascino che non si spiega. Con Cresci si ritrovano Franco Fontana, Luigi Ghirri, Aldo La Capra e Cuchi White per illustrare in un volume, introdotto da Raffaele Nigro, la Basilicata. Il fascino discreto di una terra antica.
Sempre in questo periodo, Lello Mazzacane e Alberto Baldi, ricercatori e fotografi dell’università partenopea partecipano al “Progetto Fotografia”, proposto da Mario Cresci e promosso dal Dipartimento Regionale alla Cultura e Formazione della Regione Basilicata, teso a recuperare il vasto patrimonio fotografico regionale. E in quest’ambito, che potremmo definire degli “sguardi interni”, va collocato il lavoro di Prospero Di Nubila, fotografo di Francavilla sul Sinni, che offre uno spaccato autentico della vita e delle condizioni dei lucani di quella località tra il 1902 e il 1989. Dopo questa esperienza Mario Cresci parte per Bergamo dove continuerà la sua ricerca artistica restando legato alla sua Matera cui dedica uno dei suoi volumi più belli, edito da Scheiwiller nel 1992, nel quale immortala i rioni, le chiese rupestri e il paesaggio antico e moderno della città, adottata dall’UNESCO. Con lui c’è il lucano Aldo La Capra che ha dedicato la propria esistenza a fotografare la storia e la cultura della Basilicata. Il fotografo potentino seppe condurre una ricerca artistica minuziosa e costante raccontata nei suoi volumi Lucania1, L’assenza imposta, I giorni dopo, In un suo appunto c’è la varietà della lucanità “È sempre difficile fornire una sintesi di cosa la Lucania ha rappresentato con i suoi paesi, le sue strade, i quadri nascosti, il rumore allegro delle fiere, la solennità spensierata delle processioni, le piccole cose che si guardano e spesso non si vedono “.Restano i suoi cieli, le foto aeree con cui ha fissato i contorni dei paesi seguendo il suo maestro e mentore Dinu Adamesteanu, archeologo rumeno, che ha amato e studiato la nostra regione facendo emergere la storia delle sue origini da ogni reperto che ha cercato e trovato. Adamesteanu inventò la fotografia aerea per documentare i siti archeologici e la loro conformazione.
Una altro fotografo e grafico potentino è Michele Spera autore di 194 storie di un segno del 1996, immagini della Basilicata in uno stupefacente bianco e nero mentre il fotografo fiorentino Francesco Radino pubblica un bel volume, introdotto da Giovanni Arpino, sul paesaggio lucano. Nel 1993 il fotografo belga, Guy Jannotte, rivisita il Pollino e pubblica, presentato da Vittorio De Seta, un bellissimo volume.
Un posto di rilievo merita il Viaggio in Basilicata di Raffaele Nigro, con le foto di Nicola Amato per raccontare più un mito ancestrale che un itinerario turistico.
Tra i tanti che continuano a fotografare la Basilicata ci sono il materano Roberto Paolicelli e il potentino Arcangelo Michele Palese. Un’altra bella pubblicazione, con testo di Raffaele Nigro, è Il giardino degli Dei dei fratelli Giampaolo e Daniele Senzanonna. Rivisitano il mondo lucano del Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi, Graziella Salvatore e il fotografo Antonio Pagnotta, nel volume La ruota, la croce e la penna. Un altro grande fotografo, l’abruzzese e lucano d’adozione Aldo Martinetti pubblica foto in bianco e nero nei Segni di Terra. E poi ci sono le foto straordinarie del paesaggio agricolo della Basilicata: Orizzonti lucani curato da Vita Verrastro, Angela Laguardia, Luigi Cannella, Palmarosa Fuccella, con le foto di Leonardo Nella e le illustrazioni di Silvio Giordano. L’ultimo fotografo che ha voluto guardare la Basilicata è il milanese Guido Alberto Rossi, autore nel 2008, di Basilicata vista dal cielo con 132 aeroscatti mozzafiato.
E poi c’è il cinema con altre narrazioni e altre immagini. Oltre quaranta film sono stati girati in Basilicata. Neorealismo, cinematografia biblica di imponente spiritualità. E poi ritratti del mondo contadino, commedie all’ italiana, melodrammi in costume, sogni, miracoli e magie. Il firmamento del cinema passa da qui. La Basilicata ospita luoghi e storie che si sono prestate al grande schermo in tutta la loro magnificenza. I Sassi di Matera, il paesaggio lunare dei calanchi, le terre assolate del Vulture, i paesini incastonati nelle montagne. La Basilicata è terra palcoscenico che ispira scrittori, sceneggiatori, registi. Come in un fotogramma, il tempo, sul territorio lucano, sembra che si immobilizzi e non si corrompa. La Basilicata è viaggio dentro il cinema e un set senza confini. I nomi di chi si è preso in prestito il suo territorio per “distribuirlo” in tutto il mondo vanno da Pier Paolo Pasolini a Carlo Lizzani a Alberto Lattuada a Nanny Loy, a Brunello Rondi, da Dino Risi a Francesco Rosi a Luigi Zampa a Luigi Capuano e Fabio Segatori, da Roberto Rossellini ai fratelli Taviani a Giuseppe Tornatore a Gabriele Salvatores e Michele Placido, da Lina Wertmuller a Luigi di Gianni a Carlo Di Palma a Alberto Negrin. E poi registi di tutto il mondo e di tutte le culture, da Ferdinando Arrabal a Bruce Beresford a Catherine Hardwicke, da Richard Donner a Mel Gibson.
E poi ci sono le immagini delle storie, la musica dei versi, le suggestioni intense di scrittori e di poeti che si sono fatti adottare dalla Basilicata come Carlo Levi e Carlo Alianello, come Mario Luzi e Carlo Bo. Accanto ci sono gli scrittori e poeti lucani come Francesco Torraca, Nicola Sole e Luigi La Vista o come Rocco Scotellaro, Albino Pierro, Pasquale Festa Campanile, Michele Parrella, Vito Riviello, Giulio Stolfi e Tommaso Claps, o ancora come Mario Trufelli, Giuseppe Lupo, Gaetano Cappelli, Raffaele Nigro e Mariolina Venezia.

BASILICATA AUTENTICA
Video sulla Basilicata a cura di Fancis Ford Coppola.
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Aldo La Capra (1925-1986) nasce a Potenza il 30 Marzo del 1925 in una famiglia borghese di origini aviglianesi; nel capoluogo lucano compie gli studi classici e si avvia, sulla scia familiare, verso un’attività professionale nel ramo assicurativo... biografia
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