La Basilicata, i luoghi della narrazione
"Sono figlio della terra e del cielo stellato" dicevano, più di duemila e cinquecento anni fa, a Metaponto,
gli allievi di Pitagora all'ombra delle Tavole Palatine, alla ricerca dell'armonia con l'universo. Negli stessi luoghi,
accolti dai templi di Hera e di Apollo, come se il tempo non fosse mai passato, arriva ancora l'eco delle parole del
grande matematico.
Nel Museo di Metaponto, come in quello di Policoro e come in tutti i luoghi dove sono depositati gli antichissimi semi
della nostra storia ritornano alla vita Greci, Romani, i primissimi popoli che hanno abitato la nostra regione.
Ma ancora, qui hanno lasciato tracce Bizantini e Longobardi, Arabi e Normanni per una storia di grandi contrasti e di
grandi fermenti. "Una identità complessa e multiforme" fatta, per dirla con Don Giuseppe De Luca, "con il peso di tre
millenni ininterrotti di civiltà". A provarlo ci sono immagini mitiche, raffigurazioni sacre, gioielli, armature che
raccontano di emigrazioni, di commerci di guerre e di eroi, di banchetti e di culti. Raccontano di incontri tra popoli,
di presenze forti e straordinarie Centocinquantuno anni fa quando Giacinto Albini si mette a capo di moderati e radicali
per guidare l'insurrezione ancor prima che Garibaldi attraversi lo stretto di Messina, c'è questa storia alle spalle.
Per questo si ribellano per primi nel Sud e sanno fornirsi di libertà. Allora, per dirla con Giustino Fortunato,
"di botto fummo cacciati nell'età moderna".
Questa terra di paesaggi dell'anima ha consegnato nel tempo ai suoi abitanti discrezione, gesti di semplicità e di
eleganza, durezza e abitudine al sacrificio, capacità di starsene lontani e perseveranza nel cercare di rendere ogni
cosa la migliore, dovunque andassero camminanti di tutte le terre del mondo.
Quando sono tornati hanno saputo fornire mani per avere cura, per sopportare, per costruire, per sperimentare, per asciugare
lacrime e per accogliere.
La Basilicata è una terra per cercare luoghi e persone che narrano di queste piccole storie vere, di queste avventure del
viaggio e di scoperte fatte passo dopo passo.
Tutte assieme fanno il racconto di persone che hanno costruito il Paese e vogliono restare differenti. Da questo cornicione
del Mediterraneo da dove si osserva la Terra, le parole sul Mezzogiorno che si vuole riabilitare suonano bene e la speranza
si può coltivare.
Qui si fanno vive le parole di Leonardo Sinisgalli "c'è una simbiosi tra e istinto, tra ragione e passione, tra reale
e immaginario" e per questo prosperano emozioni e stupori che invadono gli animi.
"Una moneta battuta si posa /vicino all'altra alla misura di un palmo /il fanciullo preme sulla terra/ la sua mano vittoriosa"
È ancora Sinisgalli che ci indica la Basilicata come la terra dell'integrazione tra i semi della storia, i lasciti della
civiltà contadina, i giochi fanciulleschi, i nuovi saperi e gli sguardi dallo spazio. Niente si frantuma e tutto riconduce
ad un laboratorio di modernità e di eccellenza fatto da uomini, da donne e da giovani che vogliono restare differenti.
Bisogna riconoscerlo, nella sua storia la Basilicata nei momenti cruciali ha dimostrato sempre di essere la terra di un popolo
che sa guardare lontano e ha nel sangue il seme dell'innovazione. Per tutto questo bisogna conoscerla, bisogna saperla scrutare
perché qui vale la pena lasciarsi sorprendere dalla narrazione del suo territorio, delle sue atmosfere, dell'incedere
dei suoi abitanti e dai semi di futuro che si possono raccogliere.